I volti dell’io

ISBN 9788899762346

2,90 15,00 

Description

“I volti dell’io” è un libro pseudo-introspettivo che esplora temi profondi legati alla solitudine, alla diversità di pensiero, all’indifferenza emotiva, all’amore sacro e all’amore profano. Il protagonista di questa storia si distingue dalla massa, preferendo la solitudine come rifugio dalla frenesia della società moderna. Egli si sente attratto dalla quiete e dalla tranquillità della sua vita individuale, trovando in essa una fonte di ispirazione e di “autenticità”. Attraverso il racconto vengono messi in evidenza i meccanismi della società che spinge gli individui a conformarsi a un pensiero unico, a uniformarsi a delle regole predefinite, rendendo difficile l’emergere di idee e di visioni differenti. Il protagonista si sente alienato da questo contesto, rifugiandosi nella sua diversità, nel suo approccio unico alla vita. Una delle tematiche affrontata nel libro è l’anaffettività e il distacco emotivo che l’individuo può provare nei confronti degli altri. Viene esplorato l’amore sacro e l’amore profano. L’amore sacro, che è un sentimento puro e spirituale, in grado di superare le barriere materiali e di unire le anime in una profonda connessione. D’altro canto, l’amore profano più terreno e carnale è soggetto ai desideri fisici e alle passioni controllate dai sensi. La solitudine del protagonista gli permette di esplorare entrambe le sfaccettature dell’amore senza subire influenze esterne o compromettere la sua individualità. Attraverso una scrittura incisiva e riflessiva, “I volti dell’io” invita il lettore a riflettere sulla propria relazione con il mondo esterno e sulla propria autenticità interiore. Esplora l’importanza di abbracciare la propria diversità di pensiero e di cercare la propria felicità nelle scelte personali, lontano dai condizionamenti della società contemporanea.

Additional information

Versione

Paper ITA, Paper EN, ePub ITA, ePub EN, Audiobook ITA, Audiobook EN, PDF

Numero di pagine

94

Casa editrice

EDIZIONI LAURITA SRLS

Pubblicazione

Ottobre 2023

Testo parziale

In un mondo caotico e frenetico, dove le connessioni virtuali sembrano sovrastare quelle reali, dove la paura di essere soli affiora tra le pieghe dell’anima umana, è tempo di esplorare il profondo labirinto della solitudine. La solitudine può sembrare un’eterna compagna, ricoprendo i giorni con il suo velo grigio e insinuandosi nell’anima come una fredda brezza autunnale. Ma non è solo una triste condizione, è un luogo di riflessione e di scoperta di se stessi, dove la mente si perde tra i meandri dell’animo e l’anima stessa viene scossa e ridotta alla sua forma più pura. È lì che l’individuo ha modo di sondare le sue profondità, di affrontare e superare le proprie paure più oscure, di guarire le ferite dell’esistenza e di rinascere più forte e consapevole. Nella solitudine apatica dei tempi moderni ci si nutre di una sorta di anormalità voluta, dove il confine tra ciò che è considerato normale e ciò che non lo è diventa sempre più labile. Eppure, quelle che sembrano anormalità possono in realtà essere spazi in cui fioriscono l’autenticità e la creatività. Innanzi alla folla che obbedisce al banale dettame della normalità, l’individuo anormalmente affronta il timore di essere se stesso, cercando di tracciare una strada diversa, lontano dalla mediocrità. E in questa anormalità si aprono fiori di anaffettività, distanze emotive che separano gli uomini dagli altri uomini, dalle esperienze comuni, dai legami profondi. Ma forse, nell’affrontare la realtà frammentata delle emozioni, l’anaffettività può in realtà rivelarsi un regno di introspezione, un cammino verso la scoperta di un amore più puro e sincero. E così, nell’abisso della totale solitudine, esiste un amore sacro, sublime, immortale. Un amore che va oltre le convenzioni mondane, che si nutre della fede in un’energia superiore, che si eleva sopra l’ordinario per trovare significato e scopo nella propria esistenza. È un amore che trascende il tempo, lontano dalle passioni terrene, dove l’essenza dell’essere umano cerca di intrecciarsi con qualcosa di divino. Ma se c’è un amore sacro, c’è anche un amore profano. Quello che, come vento d’estate sulla pelle, scuote l’anima e fa ardere il cuore. Un amore che non si piega alle regole imposte dalla società, che infrange le catene delle convenzioni e delle restrizioni. Un amore libero, selvaggio, che ignora gli obblighi e si getta in una corsa folle verso il piacere e l’estasi della passione terrena. Questi due amori, l’uno sacro e l’altro profano, coesistono in un equilibrio fragile, in un’incessante lotta tra l’eterno e il passeggero, tra ciò che dura nell’infinito e ciò che sfiorisce nel corso del tempo. Eppure, alla fine, forse si possono fondere insieme, creando un’unione unica che supera tutti gli schemi e dà significato alla vita. Così, nel vasto spazio della solitudine, dove le anormalità si rivelano come tesori preziosi, dove l’anaffettività diventa una forma di autodisciplina e l’amore sacro si intreccia con quello profano, l’essere umano trova la sua vera essenza e scopre che proprio nella solitudine più profonda si nasconde la chiave per la rinascita e per la profonda realizzazione dell’anima. E così, mentre il mondo continua a danzare al ritmo frenetico delle connessioni superficiali, l’individuo che abbraccia la sua solitudine si solleva al di sopra di tutto ciò, come un faro luminoso che guida gli altri attraverso i sentieri oscuri della vita. La solitudine è, dunque, un viaggio necessario per scoprire il proprio io, per trovare la saggezza e la gioia nella completa autonomia, e per poi tornare alla vita con una nuova consapevolezza, pronti ad amare e a essere amati in modo autentico e profondo.