Dio tra filosofia, teologia e morale

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Descrizione

In un mondo in cui filosofia, teologia e morale s’incontrano il concetto di Dio viene esplorato da più prospettive, dalle sue radici antiche alle sue manifestazioni moderne. “Dio tra filosofia, teologia e morale” affronta le complesse domande sull’esistenza del divino, il problema del male e le contraddizioni interne alle varie concezioni di Dio. L’autore sfida il lettore a riflettere su come le diverse religioni e tradizioni filosofiche interpretano la figura di Dio e come queste visioni siano spesso in contrasto tra loro. Con un approccio critico il libro esplora il paradosso del male e della sofferenza, interrogandosi su come un Dio onnipotente e benevolo possa coesistere con la realtà del dolore innocente e del male naturale. Questo testo non offre risposte semplici ma invita a un dialogo profondo e stimolante, che scuote le fondamenta delle credenze religiose tradizionali e si avventura nel vasto territorio del pluralismo religioso, del relativismo morale e delle sfide contemporanee alla fede.

Informazioni aggiuntive

Versione

Paper

Numero di pagine

128

Casa editrice

Edizioni Laurita Srls

Testo parziale

Il concetto di Dio è centrale in molte tradizioni religiose e filosofiche e la sua definizione varia notevolmente a seconda del contesto culturale, storico e teorico. Per comprendere il dibattito sull’esistenza di Dio è essenziale esplorare il contesto in cui le diverse concezioni di Dio sono emerse e definire con precisione cosa s’intenda per Dio in ciascuna di queste concezioni.
Le radici della ricerca di Dio e della sua definizione risalgono alle origini della filosofia e della religione. Nella filosofia occidentale la concezione di Dio è stata oggetto di riflessione fin dai tempi dei filosofi greci antichi. Platone e Aristotele, per esempio, hanno offerto visioni del divino che hanno profondamente influenzato il pensiero successivo. Platone descrive Dio come l’«Archetipo» o la causa prima di tutte le cose, mentre Aristotele introduce il concetto del «Motore Immobile», un’entità perfetta e immutabile che causa il movimento senza essere soggetta al cambiamento.
Con l’avvento del Cristianesimo e dell’Islam le concezioni di Dio si sono evolute, aggiungendo dimensioni di personalità e trascendenza che riflettono le dottrine di queste religioni. Il Medioevo ha visto una grande fioritura della teologia scolastica con pensatori come Tommaso d’Aquino che hanno cercato di conciliare la filosofia aristotelica con la dottrina cristiana.
Nel contesto della filosofia moderna e contemporanea la riflessione su Dio ha assunto nuove forme con dibattiti che spaziano dalla teologia naturale alla critica dell’argomento teologico. Gli sviluppi scientifici e le scoperte cosmologiche hanno portato a nuove discussioni sul ruolo di Dio nel contesto dell’universo e della vita umana.
Per comprendere il dibattito sull’esistenza di Dio è cruciale definire con precisione cosa si intenda per Dio in diverse concezioni. Il monoteismo, per esempio, concepisce Dio come un’unica divinità suprema, assoluta e onnipotente. Le principali religioni monoteiste includono il Cristianesimo, l’Islam e l’Ebraismo. In queste tradizioni Dio è spesso visto come creatore e governatore dell’universo, dotato di attributi come onniscienza, onnipotenza e benevolenza. Nel Cristianesimo Dio è concepito come un’entità personale che ha una relazione diretta con l’umanità e che ha rivelato la sua volontà attraverso le Scritture e l’incarnazione di Gesù Cristo. L’Islam, d’altra parte, considera Dio (Allah) come trascendente e unico, non assimilabile a nessuna delle sue creazioni e non influenzabile dagli eventi terreni.
Il teismo, una concezione più generale di Dio, può includere la credenza in un Dio personale o impersonale ma non richiede la convinzione in un Dio assolutamente unico. Alcuni filosofi e teologi teisti sostengono che Dio possa avere una relazione attiva e personale con l’universo, mentre altri vedono Dio come un principio ordinatore o una causa prima che non interagisce direttamente con il mondo.
La concezione di Dio come divinità personalista implica che Dio possieda attributi personali come la volontà, l’intelligenza e la capacità di relazionarsi con gli esseri umani. Questa visione è comune in molte tradizioni religiose e filosofiche che vedono Dio come un’entità dotata di personalità e coscienza. La divinità personalista è spesso associata a una visione del divino che ha un interesse diretto per le azioni e le preghiere degli esseri umani e che può intervenire nel mondo in risposta a queste azioni. Questo approccio si contrappone alle visioni più astratte o impersonali del divino che considerano Dio come un principio imperscrutabile o un’entità non personale.
Il deismo è una concezione di Dio che afferma l’esistenza di un creatore intelligente dell’universo ma nega l’intervento diretto di Dio nel mondo dopo la creazione. I deisti vedono Dio come un architetto che ha progettato l’universo secondo leggi naturali e che non interviene nei processi naturali o nelle vite umane. Questa concezione si basa su una comprensione razionale e naturale del divino, piuttosto che su rivelazioni o miracoli.
Il panteismo è la visione secondo cui Dio e l’universo sono identificabili; Dio è immanente in tutte le cose e non può essere separato dall’universo stesso. Questa concezione vede Dio come equivalente alla natura o all’universo. Il panteismo, d’altra parte, sostiene che Dio pervade tutto l’universo ma che è anche più grande e trascendente rispetto all’universo stesso. In altre parole Dio è presente in tutto ma va oltre la semplice somma delle sue parti.
Queste diverse concezioni di Dio offrono un’ampia gamma di visioni su ciò che potrebbe costituire la divinità e ciascuna di esse comporta implicazioni differenti per il dibattito sull’esistenza di Dio. La comprensione di queste idee è cruciale per valutare e criticare le argomentazioni filosofiche e scientifiche riguardanti la questione dell’esistenza divina.
Il monoteismo rappresenta una delle concezioni più influenti e diffuse di Dio, caratterizzato dalla credenza in un’unica divinità suprema. Questa visione implica che Dio sia assoluto e onnipotente e che non esista nulla di simile o paragonabile a Lui. Le principali religioni monoteiste includono il Cristianesimo, l’Islam e l’Ebraismo, ognuna delle quali offre una visione distinta ma condivisa del divino.